
L'accesso alle informazioni sul distacco transnazionale per le aziende: esperienze e limiti
Da poco pubblicati i risultati del progetto INFO-POW, con un focus sulle informazioni fornite per l’edilizia dalla CNCE e dalle Casse italiane
Si è da poco concluso il progetto di ricerca europeo Assessment of the channels of information and their use in the posting of workers (INFO-POW), realizzato da un partenariato internazionale tra 5 istituti di ricerca* e per cui la CNCE ha fornito informazioni tramite una intervista e come ospite in due eventi interattivi, l’ultimo dei quali ospitato dall’Autorità Europea del Lavoro il 17 gennaio 2024. Come da titolo le informazioni disponibili sul distacco transnazionale di lavoratori sono state al centro del progetto, che ha realizzato una mappatura delle fonti disponibili in Austria, Belgio, Italia, Slovacchia e Slovenia e ha sondato le necessità informative delle aziende con il supporto di un questionario. Da un lato emergono difficoltà nella comprensione della disciplina applicabile, aspetto legato sia alle barriere linguistiche che alla necessità di applicare, di norma, un ampio corpus di disposizioni giuslavoristiche dettate da legge e contratti collettivi in vigore nel paese dove si invia il lavoratore. Tra i commenti inviati dalle aziende coinvolte dal partneriato si denota, ad esempio, la necessità di esempi pratici e chiarimenti a corredo di riferimenti normativi di non immediata comprensione. Dall’altro lato emerge come più della metà delle aziende coinvolte nell’indagine non sia a conoscenza dei siti ufficiali sul distacco transnazionale predisposti dalle autorità nazionali di ciascun paese UE e pensati proprio per fornire informazioni e contatti utili (qui la lista dei siti per ciascun paese UE).
Nello specifico le disposizioni sulla retribuzione e sulle indennità particolari (ad esempio per il lavoro notturno e festivo) risultano gli istituti su cui si richiedono maggiori informazioni, mentre le procedure per il distacco, relativamente omogenee a livello europeo, risultano sufficientemente chiare, sebbene a volte ritenute complesse. Ad esempio una azienda sottolinea la difficoltà nel dover compilare moduli in lingua straniera.
Guardando le sole aziende distaccatarie, che ospitano lavoratori in distacco in virtù di una prestazione di servizi, i principali aspetti su cui si richiede maggior supporto sono le informazioni su: (i) richiesta del documento A1, con le quali le aziende straniere certificano di essere correttamente iscritte al sistema di sicurezza sociale del paese di origine; e (ii) pagamento dei contributi sociali, presumibilmente in ragione del rischio di sanzioni previsti in caso di responsabilità solidale.
Per quanto riguarda il caso italiano, dal rapporto paese e dalla mappatura delle fonti informative si denota come le imprese del settore delle costruzioni possano accedere a vari canali, quali siti web, punti di contatto nazionali, brochure, linee guida, corsi di formazione o servizi di consulenza, predisposti da enti pubblici, parti sociali, enti bilaterali e privati. Circa il 90% dei 38 canali analizzati fornisce informazioni generali, pensate prevalentemente per le aziende che distaccano verso l’Italia – come gli adempimenti amministrativi e gli obblighi in materia di condizioni di lavoro a livello nazionale – ed un terzo include informazioni specifiche rivolte alle aziende del settore delle costruzioni. Tra i canali si annoverano le attività dell’Ufficio Internazionale della CNCE, di recente arricchite dalla pubblicazione di una guida pratica in italiano e in inglese, e le informative web fornite da quattro Casse Edili (Cremona, Cuneo, Forlì Cesena Rimini, Terni).
Tra i punti di forza si riporta come le fonti italiane siano in genere abbastanza aggiornate, visto che circa due terzi dei canali presi in esame riportano le modifiche introdotte dal Decreto legislativo n. 122/2020, con cui nel 2020 è stata recepita la Direttiva (UE) 2018/957. Più difficoltosa è invece l’accessibilità da un punto di vista linguistico, se si tiene conto che per l’80% dei canali informativi è disponibile solamente nella versione italiana.
A tal proposito si segnala come il sito ufficiale sul distacco predisposto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sia da poco disponibile in ben quattro lingue, sebbene le tabelle dei trattamenti retributivi dei tre principali settori che ospitano lavoratori in distacco (edilizia, metalmeccanica e trasporti) siano ferme al 2015 con un rimando all’archivio del CNEL, di non immediata comprensione, per i testi completi ed aggiornati.
Tra le altre criticità riscontrate nel focus dedicato all’Italia: la carenza di informazioni nelle diverse fonti mappate sui permessi di lavoro necessari in caso di distacco da paesi terzi, difficoltà di accesso alle informazioni sulle disposizioni nazionali riguardanti la sicurezza e salute sul lavoro e, per il settore delle costruzioni, la mancata registrazione dei lavoratori distaccati presso le Casse Edili/Edilcasse del sistema, aspetto documentato dall’attività di confronto con le Casse e raccolta dati svolto dalla CNCE anche come parte di precedenti progetti.
Le principali raccomandazioni di INFO-POW suggeriscono: la predisposizione di procedure amministrative omogenee a livello europeo; l’introduzione di uno standard di riferimento per i siti ufficiali nazionali sul distacco – facendo riferimento anche in questo caso a canali già esistenti, come il sito ufficiale dell’Austria o quello del Belgio – una maggiore accessibilità delle informazioni, anche predisponendo traduzioni e realizzando eventi informativi.
Le evidenze e le raccomandazioni del progetto saranno certamente utili per le prossime attività della CNCE, con la partenza del progetto Post-meet, pensato proprio per facilitare il rapporto tra le Casse e le imprese straniere e per fornire informazioni chiare, complete, e in diverse lingue ad imprese e lavoratori interessati dal distacco tramite guide e seminari.
* Il progetto INFO-POW è stato realizzato da 5 istituti di ricerca: lo European Centre for Social Welfare Policy and Research (Austria), il Research Institute for Work and Society dell’Università di Lovanio (Belgio), l’università Ca’ Foscari di Venezia (Italia), la Slovak Academy of Sciences (Slovacchia) e il Research Centre of the Slovenian Academy of Arts and Sciences (Slovenia). Per quanto riguarda l’Italia, durante le varie fasi del progetto sono stati coinvolti esperti in materia di vari enti e organizzazioni, tra cui l’ANCE, la CNCE, Confindustria Vicenza e la Regione del Friuli-Venezia Giulia.
Questo articolo è stato redatto con il contributo di Rossana Cillo (Università Ca’ Foscari di Venezia), membro del team di ricerca di INFO-POW e coautrice del rapporto riguardante l’Italia.
Tutte le foto per gentile concessione di “Institute of Forecasting SAS“